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 pdf   "PROGETTO ACCOGLIENZA" I. C. MAMELI           

       bambini diversi ma uguali

 

Parole chiave dell'Intercultura

 

 

 

             INTERCULTURA: quanto ci riguarda?

                                             

   Didattica inclusiva     

DOCUMENTO GUIDA    VADEMECUM PER I GENITORI                            

  

Di cosa stiamo parlando?

         Cos’è l’Intercultura? Quando è nata? Chi riguarda? Che posto ha nel Sistema Nazionale di Istruzione e Formazione?

Sono solo alcune delle molte domande che emergono quando si sente parlare di Intercultura e di pedagogia, educazione, didattica interculturale.                                                                                                                                                                                       

Per chiarire il concetto si può iniziare dicendo quello che l’Intercultura non è: non è una nuova materia poiché non si insegna come la matematica o la storia; non è un’abilità né una conoscenza poiché non è possibile misurarne e verificarne l’apprendimento con prove o interrogazioni; non è una forma di folklorizzazione poiché l’Intercultura non è riducibile a ricette di cucina, a canzoni tradizionali o a costumi tipici di altri Paesi.

 

Ma allora, di cosa stiamo parlando?

 

          La realtà è che, quando parliamo di Intercultura, ci riferiamo a un progetto, cioè a qualcosa che è pianificato intenzionalmente per rispondere a esigenze che emergono nella società. L’ingegnere progetta un grattacielo o una villa a due piani a seconda dei bisogni abitativi; l’architetto individua la soluzione più consona all’ambiente che deve ristrutturare e all’utilizzo a cui è destinato; allo stesso modo la scuola pianifica le proprie azioni in modo da fornire la risposta più adeguata, in termini di prassi formativa, alle sfide poste dal mondo delle interdipendenze.

L’epoca che stiamo vivendo, la globalizzazione, si caratterizza attraverso il suo rapporto con la temporalità, per la marcata discontinuità tra prima e dopo e per il fatto che non esistono più i confini del tempo e dello spazio. Oggi ciò che accade in qualsiasi parte del mondo determina effetti e conseguenze ovunque; è possibile conoscere in tempo reale eventi che si verificano a migliaia di chilometri di distanza; per discutere e colloquiare non è più necessario condividere lo stesso ambiente e l’intensificarsi di contatti tra persone di origine culturale diversa ha annullato l’equazione Stato – cultura.

La scuola si trova nella posizione di doversi rinnovare, adeguandosi ai ritmi e alle modalità di un cambiamento sociale e culturale, oltre che economico, ormai irreversibile.

Ecco, allora, il senso dell’educazione interculturale: è l’acquisizione di abiti mentali e comportamentali orientati all’accoglienza, alla reciprocità, alla coesione sociale. Quello interculturale è “un progetto educativo intenzionale che taglia trasversalmente tutte le discipline insegnate nella scuola e che si propone di modificare le percezioni e gli ambiti cognitivi con cui generalmente ci rappresentiamo sia gli stranieri sia il nuovo mondo delle interdipendenze”. 

La pedagogia interculturale si pone come presupposto teorico all’educazione interculturale e, quando deve stabilire “quali” valori trasmettere e “come” trasmetterli si trasforma in didattica interculturale. È evidente che la scuola ha molto da investire in questa direzione poiché pedagogia, educazione, didattica, accomunate dal comune denominatore dell’interculturalità, chiamano in causa l’istituzione e coloro che quotidianamente vi operano come mediatori tra sistemi culturali e valoriali diversi o meglio, tra le persone che di tali sistemi culturali e valoriali sono portatrici.

La scuola è anche lo specchio che rimanda alla società intera l’immagine e la sostanza della prospettiva interculturale; il suo non è un compito facile poiché richiede competenze specifiche che la rendano in grado sia di fronteggiare problematiche spesso inaspettate sia di progettare piani didattico-educativi adeguati e di attuarli attraverso le metodologie più idonee. La sfida interculturale, che abbiamo accettato anche in conformità con le linee d’azione indicate dal Consiglio d’Europa, si può vincere unendo le forze e ottimizzando mezzi e risorse per renderli adeguati a rispondere con efficacia ed efficienza alla complessità del nostro tempo.