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                                                                                                                                                                           Disegno realizzato da Giuliano Rita

Alunni stranieri con bisogni educativi speciali

 

L’espressione “bisogni educativi speciali” è entrata nel linguaggio scolastico con l’emanazione della Direttiva Ministeriale del 27 dicembre 2012: Strumenti di intervento per alunni con Bisogni Educativi Speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica. La Direttiva stessa chiarisce cosa debba intendersi con l’acronimo BES: “L’area dello svantaggio scolastico è molto più ampia di quella riferibile esplicitamente alla presenza di deficit. In ogni classe ci sono alunni che presentano una richiesta di speciale attenzione per una varietà di ragioni: svantaggio sociale e culturale, disturbi specifici di apprendimento e/o disturbi evolutivi specifici, difficoltà derivanti dalla non conoscenza della cultura e della lingua italiana perché appartenenti a culture diverse.”

         I bisogni educativi speciali (Special Educational Needs), dunque, riguardano moltissimi alunni che, per motivi diversi e in determinati momenti, necessitano di una personalizzazione dell’insegnamento cioè di un piano didattico progettato appositamente per rispondere a specifiche esigenze.

Il testo appena citato indica, tra questi, gli allievi che presentano difficoltà derivanti dalla scarsa o insufficiente conoscenza della lingua italiana.

Da qualche decennio le classi scolastiche sono diventate sempre più eterogenee dal punto di vista culturale e, se è vero che gli alunni e studenti di seconda generazione sono quasi la metà di tutti gli stranieri frequentanti i vari ordini di scuola sul territorio nazionale, è altrettanto vero che sono molti gli alunni NAI, cioè neo arrivati in Italia (spesso nel corso dell’anno scolastico), bambini e ragazzi ai quali va rivolta un’attenzione particolare affinché possano integrarsi e giungere gradualmente alla partecipazione al curricolo comune. Il loro bisogno educativo speciale è di essere aiutati a compiere un percorso di integrazione in cui è di importanza primaria la conoscenza della lingua italiana che, per un alunno non italofono, è una seconda lingua.

Il Quadro Comune Europeo di Riferimento per la conoscenza delle lingue (QCER; in inglese CEFR: Common European Framework of Reference for Languages) è un sistema descrittivo impiegato per valutare le capacità di chi studia una lingua europea e per indicare il livello di un insegnamento linguistico in ambiti diversi. Prevede sei livelli di competenza: A1, A2, B1, B2, C1, C2 e tre livelli intermedi: A2+, B1+, B2+, utilizzati in tutta Europa e in altri continenti come parametri per fornire agli insegnanti di lingua un modello di riferimento per la preparazione di materiali didattici e per la valutazione delle conoscenze linguistiche.

I descrittori del QCER sono uno strumento indispensabile per delineare le varie fasi del percorso personale di un alunno NAI, che potrebbe essere così schematizzato:

AVVIO (A0 - A1)

Italiano per comunicare,

lettura/scrittura (italbase).

Approccio figurativo-didascalico alle discipline.

FASE PONTE (A2 - B1)

Italiano per studiare (italstudio).

Selezione e riduzione dei contenuti disciplinari. Testi “semplici”.

Glossari in L1.

PARTECIPAZIONE AL

CURRICOLO COMUNE (B2)

Facilitazione sui testi di studio delle varie discipline.

     

 

Entrando nel merito delle strategie operative e della pratica didattica, percorsi e obiettivi devono essere delineati, in tutte e tre le fasi, tenendo in particolare considerazione:

  • L’attenzione alla relazione, promuovendo nella classe e nella scuola un clima di apertura e di dialogo;
  • L’attenzione ai saperi, attraverso l’impegno interculturale nell’insegnamento disciplinare e interdisciplinare;
  • L’attenzione all’interazione e allo scambio, progettando interventi integrativi anche con il contributo di Istituzioni e Enti del territorio;
  • L’attenzione all’integrazione, alla luce del rispetto e dello scambio culturale.

 

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