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                                                                                                                                                                           Disegno realizzato da Giuliano Rita

 lavagna

 

 

 

1^ FASCIA

   Alunni con disabilità          

Legge 104/92

PEI

(Piano Didattico  Individualizzato)

 

2^ FASCIA

Alunni con disturbi evolutivi specifici:

  • DSA
  • ADHD
  • ALTRI

Legge 170/2010 e seguenti

 

Redazione di un

 

PDP

 

(Piano Didattico Personalizzato)

 


3^ FASCIA

Alunni con svantaggio socio-economico e culturale (compresi stranieri)

Legge 170/2010 e seguenti

 

 Il PEI, Piano Educativo Individualizzato, si redige in presenza di alunni    cosiddetti di 1° FASCIA, ovvero alunni con disabilità già disciplinata dalla    legge 104/92. 

   Il PEI serve a:

  • programmare e documentare le strategie di intervento e i criteri di valutazione;
  • definire un percorso individualizzato, con offerta di attività diversificate non attinenti al curricolo, con eventuale dispensa da alcune o molte discipline;
  • indicare strumenti compensativi e  misure dispensative previsti dalla Legge 104/92.

 

 

Il PDPPiano Didattico Personalizzato, si redige in presenza di alunni cosiddetti di 2^3^ FASCIA, rispettivamente alunni con DSA, ADHD, deficit del linguaggio, deficit delle abilità non verbali, ... e alunni con svantaggio linguistico-culturale, socio-economico, con disagio comportamentale/relazionale.

 

PDP 

 

 

 

PIANO:

“studio mirante a predisporre un'azione in tutti i suoi sviluppi”: un programma, un progetto, una strategia.

 

 

DIDATTICO

lo scopo è il miglioramento dell'efficacia e dell'efficienza dell'apprendimento dell‘allievo, che comporta, quindi, una diminuzione dei tempi di studio e del dispendio di energie dell'insegnamento del docente.

PERSONALIZZATO:

indica la diversificazione delle metodologie, dei tempi, degli strumenti nella progettazione del lavoro della classe.

 

DOCUMENTO       IL PDP

Serve a:

 

  • programmare e documentare le strategie di intervento e i criteri di valutazione;
  • definire un percorso individualizzato e personalizzato, con offerta di interventi educativi/didattici adeguati alle capacità e potenzialità riscontrate ed eventuale diversificazione delle strategie didattiche;
  • indicare strumenti compensativi e  misure dispensative previsti dalle disposizioni attuative della Legge 170/2010 e normative seguenti.

 

Deve contenere indicazioni:

  • Significative, ovvero individuare e selezionare le attività e modalità più significative in grado di determinare un cambiamento.
  • Realistiche, vanno considerate subito le risorse disponibili e i limiti in cui si deve operare e calibrare il progetto in base ad essi (es: la classe numerosa, la presenza di altri alunni con BES, la mancanza di ore di compresenza…).
  • Coerenti, concrete e verificabili, quanto viene previsto nel PDP deve essere effettivamente messo in pratica.

 

Una gerarchia funzionale

  • Interventi di tipo ABILITATIVO: finalizzati a dare abilità (tra questi rientra l’insegnamento).
  • Interventi di tipo COMPENSATIVO: quando l’intervento abilitativo non è efficace si può individuare un sistema alternativo per raggiungere, anche parzialmente, risultati funzionalmente equivalenti.
  • Interventi di tipo DISPENSATIVO: se non ha funzionato l’intervento abilitativo e non sono stati individuati sistemi compensativi efficaci, è possibile prevedere anche una strategia che non risolve i problemi esistenti ma almeno ne evita di nuovi.

 

La scuola è libera di scegliere o costruire i modelli o gli strumenti che ritiene più efficaci.

 

MISURE DISPENSATIVE

 Può essere importante dispensare lo studente da alcune tipologie di compito.  Alcuni esempi: 

 

Scuola Primaria e Secondaria

L’insegnante deve evitare di chiedere:

lettura a voce alta a meno che lo studente non ne faccia richiesta; eccessiva memorizzazione dei termini (in particolare se astratti); rispetto dei tempi standard (tempi maggiori per l’espletamento delle prove, o meglio, tempi ottimizzati, con meno esercizi per ogni tipologia).

Può essere importante concordare con lo studente e la famiglia le modalità di svolgimento dei compiti a casa e intervenire relativamente alla quantità di compiti e non alla qualità degli stessi.

Per la valutazione degli apprendimenti in lingua inglese si può valutare di dispensare dalla prova scritta, prevedendo una prova orale analoga.

Va precisato che non può essere concessa dispensa da nessuna disciplina curricolare.

 

BIMBO

STRUMENTI COMPENSATIVI

 Lo strumento compensativo non rappresenta e non deve essere visto come una facilitazione, piuttosto rappresenta il mezzo per compensare la difficoltà determinata dal disturbo e consentire il dispiegarsi pieno delle altre abilità. Cambia a seconda dell’età e dei bisogni individuali.

Alcuni esempi: 

 

 

 

Scuola Primaria

Tabella dei mesi, tabella dell’alfabeto e dei vari caratteri (uno per volta).

Tavola pitagorica; Tabella delle misure, tabelle delle formule; Calcolatrice, Ausili visivi e tabelle per il calcolo mentale .

Tabelle per ricordare (tabelle della memoria), in particolare per la grammatica italiana e le lingue straniere; Grafici, schemi, mappe concettuali e mentali di ogni tipo; Computer con programmi di videoscrittura con correttore ortografico e/o sintesi vocale, commisurati al singolo caso.

 

 

Scuola Secondaria

Utilizzo di mappe concettuali e mentali, schemi, grafici e tabelle per lo studio e in fase di verifica (orale e scritta); Dizionari digitali per la lingua italiana, straniera da usare con il PC; Software per la creazione di mappe e tabelle; Software per la matematica, traduttori, calcolatrice, formulari; uso del PC per la stesura dei testi, la lettura per mezzo di sintesi vocale, la creazione di mappe concettuali e l’uso di power point come ausilio all'esposizione orale.

 

 maestra          Compiti del docente

 

Gli strumenti compensativi e dispensativi non sempre sono sufficienti ed efficaci per sviluppare le abilità deficitarie.

Molto importante è:

♥ essere in empatia con l'alunno in difficoltà,

♥ abbandonare gli stereotipi e i preconcetti,

♥ mantenere un atteggiamento equilibrato e sensibile,

♥ capire quando è opportuno rivolgersi all'esperto,

♥ mantenere il contatto con l'esperto,

♥ mantenere i rapporti con la famiglia in modo appropriato,

♥ capire le potenzialità dell'allievo,

♥ Creare un clima relazionale favorevole che possa ridurre il disagio psicologico.

 

Essere bravi insegnanti non vuol dire avere una vasta conoscenza, ma essere capaci di lavorare in modi differenti, adattandosi flessibilmente agli stili di apprendimento degli studenti. Vuol dire anche saper valorizzare e potenziare le attitudini di ciascuno… per non arrivare all'appiattimento delle capacità dei singoli allievi e all'esclusione di altri!

disegno di una famiglia           Il ruolo della Famiglia

"Particolare importanza riveste nella normativa vigente il rapporto con le famiglie, che, poste di fronte a difficoltà inattese, necessitano di essere guidate alla conoscenza del problema e informate, in incontri periodici, su ciò che la scuola progetta per i loro figli."
È importante che si crei tra scuola e famiglia un dialogo costruttivo e una reciproca collaborazione per poter supportare l’alunno. Solo con un’azione sinergica si potrà ottenere il successo formativo.
La famiglia consegna alla scuola la certificazione diagnostica e richiede il relativo protocollo: è una tutela sia per la famiglia sia per l’istituzione scolastica.
La diagnosi deve essere:

  • allegata al fascicolo personale dell’alunno;
  • visionata dai docenti del consiglio di classe;
  • utilizzata per la successiva stesura del PDP.  

La famiglia non solo deve condividere le linee elaborate nel PDP, ma è la controparte attiva e partecipativa.

 

I genitori, infatti, devono:

  • essere messi a conoscenza del contenuto (situazione scolastica di partenza ed in divenire, azioni metodologiche e didattiche, risorse da impegnare, scelta strumenti compensativi e misure dispensative, modalità di verifica, …);
  • sottoscrivere la presa visione e la relativa accettazione del PDP.

 

Se sono i genitori ad accorgersi di difficoltà di apprendimento del figlio, dovranno comunicarlo alla scuola e chiedere agli insegnanti se condividono le loro preoccupazioni; in caso contrario potranno invitarli ad un’osservazione sistematica, in base alle loro competenze, per poter verificare i propri dubbi.

Se le difficoltà scolastiche sono state rilevate anche dai docenti, se sono state svolte attività di potenziamento delle abilità mancanti, allora è il caso che la famiglia, su consiglio della scuola, faccia valutare il figlio secondo le modalità previste  dalla normativa vigente (art. 3 della legge 170/2010), che prevede la possibilità per tutti i bambini e ragazzi, nel caso di sospetto di presenza di DSA, di poter usufruire di tutte le iniziative utili per l’effettivo godimento del diritto allo studio.

Per la certificazione la famiglia potrà rivolgersi  a specialisti

Saranno i sanitari, attraverso test mirati, a verificare veramente la presenza di un eventuale disturbo specifico di apprendimento. Ricevuta la certificazione diagnostica, la famiglia si preoccuperà di consegnarla alla scuola e di richiedere il relativo protocollo, come tutela sia per la famiglia sia per l’istituzione scolastica stessa.


 scuola-famiglia        

A scuola la diagnosi dovrà:

 

  • essere allegata al fascicolo personale dell’alunno;
  • essere visionata dai docenti del team /consiglio di classe ed utilizzata per la successiva stesura del PDP.         

 

 

La famiglia  può essere  attiva e partecipativa nella redazione del PDP o semplicemente essere messa a conoscenza del  suo contenuto (soprattutto per quanto riguarda la situazione scolastica di partenza ed in divenire, delle azioni metodologiche e didattiche adottate, degli strumenti dispensativi e compensativi adeguati, dei compiti, delle modalità di verifica, ecc.), nonché essere anche coinvolta nel monitoraggio in itinere del PDP.

La famiglia, sottoscrivendo la presa visione e la relativa accettazione del PDP, formalizza con la scuola un patto educativo-formativo, che prevede l’autorizzazione a tutti i docenti del Consiglio di classe/team docenti di applicare gli strumenti compensativi e le strategie dispensative ritenute idonee, tenuto conto delle risorse disponibili. 

La famiglia deve sostenere la motivazione e l’impegno dell’alunno nel lavoro scolastico e domestico

  • verificando regolarmente lo svolgimento dei compiti assegnati;
  • verificando che vengano portati a scuola i materiali richiesti;
  • incoraggiando l’acquisizione di una maggior grado di autonomia nella gestione dei tempi di studio, dell’impegno scolastico e delle relazioni con i docenti.

 

In conclusione: le famiglie necessitano di essere opportunamente guidate alla conoscenza del problema non solo in ordine ai possibili sviluppi dell’esperienza scolastica, ma anche informate con professionalità e costanza sulle strategie didattiche che di volta in volta la scuola progetta per un apprendimento quanto più possibile sereno e inclusivo, sulle verifiche, sui risultati attesi ed ottenuti, su possibili ricalibrature dei percorsi posti in essere.

 

  Normative citate:

  • LEGGE QUADRO SU DSA 170/2010.
  • DIRETTIVA MINISTERIALE BES DEL 27/12/2012.
  • CIRCOLARE MIUR n. 8-561 DEL 6/3/2013.
  • NOTA MIUR DEL 22/11/2013.

Articolo redatto dalle FF.SS. Nunziata Anna - Simeoni Daniela